Decorazione dell’abside

Facciamo ancora un salto storico di poco più di un secolo, nel 1538. Il giovane preposto Matteo Camola (nominato nel 1530 a seguito della rinuncia in suo favore da parte dello zio Francesco Camola, Vicario Generale del Vescovo Ottaviano Maria Sforza) interpellò gli artisti lodigiani più quotati di allora, i fratelli Piazza e commissionò loro la decorazione di tutta l’abside: dal catino alle pareti verticali fino a terra.Particolare dell'affresco della Risurrezione dipinto da Callisto Piazza nel 1538 Secondo il documento di convenzione stipulato nel dicembre 1538, Callisto Piazza e i fratelli avrebbero dovuto “pingere totam voltam cappelle dicti altaris maioris”. La decorazione non doveva fermarsi al catino absidale, ma doveva estendersi a tutta la tribuna e ai pilastri dell’abside. Infatti precisa il documento sopra accennato che si doveva “pingere et ornare de pictura fina et picturis finis totam trivinam et pilastratas dicte capelle maioris.” Fu così dipinto l’affresco della Risurrezione. (nota 3).
Matteo Camola resse la Prepositura di San Lorenzo dal 1530 al 1578, in un periodo fra i più intensi ed importanti per la storia della Chiesa, con il Concilio di Trento e i primi tre Sinodi Provinciali presieduti da San Carlo Borromeo in Milano.
Lo spirito della riforma promossa dal Concilio di Trento ed il forte impulso promosso da San Carlo Borromeo, influenzarono anche la Parrocchia di San Lorenzo. (nota 4)
Particolare degli stucchi di Antonio Abondio de Ascona. Si noti la firma con la data: 1565Prese così corpo la decisione di procedere ad una ristrutturazione della parte absidale della chiesa secondo i canoni e il gusto artistico che si era affermato dopo il Concilio di Trento. Nel 1560 furono fatti interventi strutturali sulla muratura (cfr iscrizione su una lunetta del capitello della colonna di destra); nel 1565 si pensò ad una nuova decorazione dell’abside. Furono chiamati due artisti emergenti: Antonio Abondio de Ascona a cui venne commissionata la decorazione a stucco dell’anfiteatro absidale (nota 5) e Giovanni da Monte che ricevette l’incarico di realizzare le decorazioni pittoriche e le modifiche che si sarebbero rese necessarie agli affreschi del Piazza.

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